VILLE E CASTELLI

Villa Chigi

All'ingresso dell'abitato di Castelnuovo Berardenga si erge la villa fatta costruire da Galgano Saracini entro il 1825 come abitazione alternativa a quella cittadina (il palazzo Chigi Saracini di Siena, oggi sede dell'Accademia Musicale Chigiana). Per realizzare la villa furono eseguiti lavori strutturali che determinarono il radicale riassetto urbanistico del paese, abbattendone la cinta muraria.
Il parco, realizzato dal Fantastici (architetto senese di grido nella prima metà dell'800), è formato nella parte prospicente la villa da un giardino all'italiana scandito da geometriche siepi adornate da aiuole di fiori, scendendo ad un livello inferiore si trovano alcune strutture architettoniche (una limonaia, una finta grotta in mattoni e un tepidario/Kaffeehaus a forma di parallelepipedo con due nicchie semicircolari che ospitano le statue in terracotta di Flora e Artemide) che ci conducono in quella che rappresenta la parte più intima del giardino, il parco romantico, con i suoi viali tortuosi e il laghetto. La vegetazione è composta da diversi alberi e arbusti, in particolare da platani, faggi, tigli e allori, raggruppati secondo le diverse tonalità di verde e ospita diverse sculture, dedicate ai grandi musicisti.

Villa dell'Aiola
La villa dell’Aiola è stata costruita, nel secolo XVII, sui resti dell’antico castello omonimo, in posizione strategica sul confine dei territori senese e fiorentino. All’ inizio del Cinquecento costituiva ancora un importante baluardo senese capace di ospitare da trecento a quattrocento fanti. Decaduta la sua funzione difensiva, alla fine del 1600, l’insediamento fu trasformato in sede poderale. L’accesso alla villa avviene attraverso il ponte (in antico il ponte levatoio) ricostruito sul fossato tuttora esistente.

Villa di Dievole
Borgo la cui origine risale all'anno 1090 dato dall'affitto di alcuni beni del monastero di Sant'Eugenio a
Pulisciano. Intorno alla metà del Duecento era un comune villaggio del contado senese, alla fine del Seicento vi è documentato un podere di proprietà dei Malavolti, i quali fin dai primi del XIV secolo avevano alcuni possedimenti intorno a Dievole.
Nel 1825 l'insediamento risulta costituito da una "casa di fattoria e di corte", un giardino, un frantoio da olio, un granaio e una chiesa. La parte centrale del nucleo è costituito dalla villa, il cui assetto attuale è il risultato di un ampio intervento ottocentesco su strutture preesistenti di forme cinquecentesche.

Villa e giardino di Geggiano
L'edificio, di proprietà della famiglia Bianchi Bandinelli fin dal 1530, era originariamente un casolare che venne trasformato nel 1768 in una grande villa con cappella e giardino.
La villa, a pianta rettangolare, si sviluppa su tre piani con un attico centrale che si eleva per un altro piano.L'interno è impreziosito da arredamento settecentesco rimasto intatto sin dall'ultima sistemazione avvenuta tra il 1768 e il 1779.
Il giardino è divisibile in due zone: una antistante la villa nota come il Piazzone, e l'orto-giardino. E' presente un teatro di verzura, realizzato nel 18 secolo, racchiuso da allori e circondato da cipressi centenari, bossi e limoni in vaso, le cui nicchie sono ornate da statue della Tragedia e della Commedia, scolpite dallo scultore maltese Bosio.
L'orto-giardino, che occupa una porzione quadrata di terreno ad ovest, culmina con una peschiera in muratura di forma semicircolare ed è organizzato secondo il tipo all'italiana, con geometriche aiuole disposte attorno ad un pozzo.
Gli interni e gli esterni della villa, sono stati utilizzati per girare alcune scene del film di Bernardo Bertolucci "Io ballo da sola" del 1996.

Villa e giardino di Catignano
La villa sorge nel luogo del villaggio preesistente che fu completamente distrutto nel 1554 durante l’assedio di Siena per opera degli spagnoli. Nemmeno un secolo dopo, tuttavia, sorse in quel luogo, per volontà di Messer Ludovico Sergardi (umanista, pittore e scrittore che si firmava con lo pseudonimo Quinto Settano), la bellissima villa ed il giardino annesso: mirabile esempio di architettura seicentesca caratterizzata dalla purezza delle linee e da pochi elementi puramente barocchi. Oggi la villa è adibita a residenza storica.

Villa e giardino di Monaciano
La villa di Monaciano seicentesca, più semplice nelle forme e dall’aspetto meno classicheggiante dell’attuale, appartenne alla famiglia dei Sansedoni e per molti secoli costituì il centro di una vasta tenuta alle porte di Siena. L’attuale villa, con l’annessa fattoria, presenta un aspetto tipicamente ottocentesco, dovuto alla completa trasformazione di tutto l’edificio avvenuta alla metà del XIX secolo. Alcuni locali della fattoria come le cantine, i magazzini e le scuderie non sono stati interessati dal radicale intervento ottocentesco e hanno mantenuto quasi inalterato il loro originario aspetto. I Piperno, attuali proprietari, hanno ingrandito le cantine e hanno inoltre intrapreso un accurato restauro di tutto il parco romantico che circonda la villa, percorribile attraverso sinuosi viali delimitati da alte siepi di bosso e nella quale sono presenti rare essenze arboree.

Villa e giardino di Arceno
Fin dall’XI secolo si hanno tracce del villaggio di Arceno, che nel XVII secolo divenne proprietà della famiglia senese Grisaldi del Taja. Nel 1833 la famiglia Piccolomini Clementini acquistò la tenuta e commissionò ad Agostino Fantastici la ristrutturazione della villa e successivamente la costruzione del grandioso parco: un unicum dal tipico gusto eclettico, un riuscito esempio di giardino pittoresco all’inglese. Un tempo si potevano notare gli edifici del porticciolo, la casa delle barche posta al limite del lago, la grande voliera e il tempietto neoclassico con la statua di pandora. L’intero complesso è stato oggetto di un intervento di restauro che ha permesso dopo molti anni di abbandono il recupero della sua funzione come centro amministrativo della vasta tenuta vinicola. Rimane tuttavia in stato di abbandono il giardino.

Villa e giardino di Pagliaia

Il rifacimento della villa, a inizio ‘800, si deve a Giulio Ranuccio Bianchi Bandinelli Paparoni, che la
usò per il suo “Buen retiro” in campagna. La struttura della villa si presenta sobria, con pianta a L, il cui lato maggiore costituisce la residenza padronale e comprende una cappella in stile neoclassico.
Davanti alla facciata principale della villa si apre un piccolo giardino all’italiana. Nel lato sud-occidentale della villa è posto il vasto parco, realizzato dallo stesso Bianchi, che si estende per tutta la valle fino al fiume. Il parco, in pieno stile romantico, unisce in sé la forza della natura, simulando paesaggi montuosi e silvestri e la potenza dell’animo umano con i suoi ideali, accogliendo le vestigia di un passato illustre (templi, sepolcri, ecc).
Molto suggestivo doveva essere il laghetto, oggi interrato, con i piccoli edifici adiacenti ancora visibili (il porticciolo, l’edificio della “stufa”).

Villa di Sestano
La località di Sestano risulta documentata fin dall’867. non è nota la data di costruzione della casa padronale, successivamente trasformata in villa, anche se l’impianto della “ragnaia” (bosco usato per l’uccelagione) di tipo cinquecentesco potrebbe far risalire l’edificio a quest’epoca. La conformazione attuale della villa è probabilmente della prima metà del Settecento. La cappella annessa alla villa fu edificata nel 1833 su progetto di Agostino Fantastici.
La ragnaia, di cui abbiamo accennato, costituisce uno dei pochi e più antichi esempi che si conservano nel senese, situata nel parco che si estende sul retro della villa, occupa un’area a forma rettangolare ed è costituita da un alto labirinto di lecci disposti a scacchiera al quale si accede da un viale principale.

Castell'in Villa
Castell'in Villa è un borgo medievale risalente al 1200 quando era sotto il dominio senese. 
La fattoria: oltre ad essere una bellissima casa di campagna, la vinificazione è stato a lungo il tema centrale di Castell'in Villa. L'eccezionale Castell'in Villa Chianti Classico e Riserva, il "Supertuscan" Santacroce e il tipico Vin Santo Toscano sono tutte prodotte a Castell'in Villa, così come l'olio extravergine di oliva. L'area  misura 298 ettari, di cui 54 ettari a vigneto e 32 ettari sono oliveti. Ci sono anche altre coltivazioni e boschi, che sono terreno di caccia per lepri, fagiani e cinghiali.

Castello di Bossi
Il castello di Bossi si trova nell’antico feudo della famiglia dei Berardenghi, fu poi dei Ricasoli e degli Ugurgieri. L’etimologia deriverebbe dal fitonimo “bosso”, una pianta perenne sempreverde dal legno flessibile e resistente. L’aspetto esterno attuale si fa risalire all’epoca granducale, quando l’intero impianto di forma quadrata viene predisposto per essere trasformato in villa. Più tardi, il castello diventerà proprietà dell’ospedale Santa Maria della Scala di Siena e in seguito della famiglia Piccolomini, che lo ha tenuto fin quasi ai giorni nostri, definendone l’aspetto che ancora conserva. 

Castello di Montalto
Il castello è stato possedimento dei Berardenghi almeno dalla fine dal 1090. Distrutto più volte e sempre ricostruito, la famiglia della Berardenga lo occupò fino al suo declino, agli inizi del Quattrocento, quando insieme ad altri possedimenti fu inglobato nei beni della repubblica senese. Nel 1554, i Palmieri avviano i lavori di restauro del complesso, che sarebbe diventato residenza di campagna, aggiungendo elementi in stile rinascimentale. Nella seconda metà dell’Ottocento con un intervento in stile neo-gotico le mura del castello vennero coronate di merli. Il castello conserva un’interessante collezione di armi e armature databili dal XIV secolo in avanti. Numerosi sono gli stemmi gentilizi, scolpiti o dipinti, che adornano gli interni.

Castello di Orgiale
Nominato fin dai primi anni del XII secolo nel Cartulario dell’abbazia di San Salvatore della Berardenga, il castello fu possesso di un ramo della dinastia dei Berardenghi; nel 1159 i signori di Orgiale riconobbero al vescovo e al popolo di Siena un alto dominio sul poggio di Orgiale, dove sorgeva il castello. Dopo vari passaggi di proprietà nel Catasto del 1825 il complesso, con l’attuale villa, una casa a pigione, una cappella, il granaio e il frantoio, risulta appartenere a Isabella Mocenni. Nei pressi della costruzione si trova una piccola cappella, anch’essa di gusto neoclassico, costruita nel 1877 e dedicata a Santa Caterina ed edificata sull’antica chiesa ricordata in un atto di compravendita del 1199. e in seguito della famiglia Piccolomini, che lo ha tenuto fin quasi ai giorni nostri, definendone l’aspetto che ancora conserva.

Canonica a Cerreto e Cerretaccio

In località Cerreto, sulla cima di una collina boscosa, si trovano i ruderi in pietra dell’antico castello (detto del Cerretaccio), nominato fin dal 1097, tra cui un tratto di torre quadrata, una chiesetta romanica, tratti di mura con una porta ad arco di mattoni.
L’odierna località di Canonica a Cerreto comprende un complesso edilizio in cui spiccano la chiesa e la casa canonicale. La chiesa sarebbe stata fondata nel 1093.
Nel 1794 l’edificio fu riconsacrato dopo consistenti lavori di restauro e di ammodernamento. Ulteriori restauri furono eseguiti nel 1939-40, sulla facciata il portale e la bifora che lo sormonta risalgono a questi ultimi interventi.